Gli Abusi sui Minori rappresentano tutti gli atti e le carenze che turbano un bambino, attentando alla sua integrità corporea, al suo sviluppo fisico, intellettivo e morale, le cui manifestazioni principali sono la trascuratezza, le lesioni di ordine fisico e/o psicologico e/o sessuale, incluso lo sfruttamento commerciale o di altro tipo del bambino. Si verificano in diversi contesti e sono causati da genitori o altri membri della famiglia; da altre persone che si prendono cura del bambino; amici; conoscenti; estranei; individui con una posizione di autorità; altri minori (Consiglio d’Europa 1978); (World Health Organisation 2006).
TERMINOLOGIA
Negli USA, generalmente, il termine “Child Abuse” (Abusi sui Minori) comprende tutte le tipologie di Violenza sui Minori.
In Italia, il termine “Abusi sui Minori” viene “idealmente” associato all’Abuso sessuale; pertanto, diversi Autori, ritengono opportuno distinguere il termine Maltrattamenti (fisici, psicologici) dal termine Abusi sessuali; altri Autori, invece, preferisco utilizzare il termine “Violenza sui Minori”.
Non sempre la distinzione tra le varie forme di abuso è netta in quanto, spesso, nello stesso bambino, possono verificarsi contestualmente diverse forme di abuso (“forme miste di abuso”).
Le conseguenze dei maltrattamenti e degli abusi sui minori sono devastanti e, oltre che immediate, si riverberano anche nell’età adulta con effetti sullo sviluppo fisico, neurologico e psico-comportamentale del minore che li ha subiti (ritardo dello sviluppo neurologico; patologie neurodegenerative e sistemiche; grave depressione; disturbo post traumatico da stress; tendenza alla dipendenza da alcolici, da stupefacenti e tendenze suicidarie; sviluppo di comportamenti aggressivi e violenti; tendenza, nell’età adulta, a reiterare nei confronti degli altri le violenze subite).
Inoltre, di recente, è stato dimostrato che la violenza subita può riflettersi anche sul DNA del minore, causando alterazioni specifiche, definite epigenetiche, che pur non modificando il DNA, interagiscono sensibilmente sulla sua espressione (fenotipo), lasciando “un’impronta”, “una firma genetica”, “un ricordo”, spesso indelebile, che agisce con la stessa influenza che avrebbe una mutazione genetica ereditata dalla nascita, predisponendo allo sviluppo, nel corso del tempo, di ulteriori gravi danni alla salute mentale del minore.
Infine, gli studi di neuroimaging funzionale, hanno anche dimostrato che gli abusi e i maltrattamenti, soprattutto se reiterati nel tempo e in una fase precoce della vita, causano specifiche alterazioni organiche a carico del sistema nervoso centrale del bambino, incluso riduzione e alterazioni del volume cerebrale, dell’ippocampo, dell’amigdala e del cervelletto.
I genitori o chi se ne prende cura, più raramente gli estranei, commettono intenzionalmente o permettono che si eseguano lesioni fisiche sul bambino (colpire, percuotere, prendere a calci, scuotere, mordere, strangolare, scottare, bruciare, avvelenare e soffocare). Gran parte delle violenze fisiche a danno dei minori si verificano all’interno delle mura domestiche e vengono inflitte con lo scopo di punire il bambino.
Il maltrattamento fisico rappresenta la forma più visibile di abuso perché spesso lascia segni sul corpo del bambino (vedi anche Sezione Galleria Immagini).
La Sindrome del Bambino scosso rappresenta tra le prime causa di morte da maltrattamento fisico al di sotto di 2 anni. Si verifica quando il bambino piccolo (6 mesi / 2 anni) viene scosso, ripetutamente e con violenza, da genitori o dai tutori, generalmente per farlo smettere di piangere. I movimenti bruschi e violenti del capo, del tronco e degli arti (accelerazione, decelerazione e rotazione), ai quali viene sottoposto, provocano lesioni gravi, gravissime, a carico degli organi interni, incluso emorragie addominali e cerebrali, dislocazione e lesioni osteo-articolari, emorragie retiniche, paralisi motorie, che possono condurre anche a morte del bambino.
Nella maggior parte dei casi i bambini che sopravvivono a questa tragica esperienza, hanno reliquati neurologici drammatici, che includono disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, della memoria e del linguaggio, disabilità fisiche, danni alla vista o cecità, disabilità uditive, paralisi cerebrale, epilessia, ritardo psicomotorio e disabilità mentale.
Si identificano come maltrattamenti psicologici le azioni da parte dei genitori (oppure, in generale degli adulti) che tendono convincere il bambino di “non essere all’altezza” di situazioni e di persone, di contesti sociali, oppure che “valga poco”, che “non sia capace”, che “non sia amato e desiderato”. Generalmente, i maltrattamenti psicologici, vengono esercitati tramite critiche, minacce, svalutazione, colpevolizzazione e denigrazione.
Insieme alla Patologia delle Cure, rappresenta la forma più frequente di Abuso.
Omissioni nel provvedere ai bisogni di base del bambino (alimentari, abitativi, di abbigliamento, di salute), incluso la mancanza di condizioni di protezione necessarie per evitare che il minore possa incorrere in incidenti. Generalmente è possibile stabilirne la presenza tenendo conto di alcuni segni fisici che riguardano la cura igienica e la cura sanitaria del bambino che si presenta sporco, trascurato, maleodorante, con un abbigliamento trasandato (vestiti troppo stretti o troppo larghi) o inadeguato alla stagione (indumenti di tessuti pesanti in estate o leggeri in inverno), spesso in associazione a segni visibili di denutrizione o di ipernutrizione.
Mancanza o carenza di contatto emotivo e affettivo, disattenzione e indisponibilità nei confronti del bambino.
Forma di abuso in cui i genitori non favoriscono le conquiste evolutive del bambino, trattandolo come se fosse “più piccolo della sua età”, oppure, al contrario, i casi in cui al bambino vengano fatte richieste di prestazioni eccessive rispetto alla sua età e alle sue competenze e capacità.
Il bambino riceve cure eccessive o sproporzionate ai sui bisogni. La forma clinica più importante è la “Sindrome di Münchhausen per procura”, generalmente esercitata dalla madre; i soggetti adulti affetti da Sindrome di Münchhausen, vivono nella condizione delirante di soffrire di gravi malattie e si rivolgono a varie strutture alla ricerca di medici che confermino le loro convinzioni; nella forma esercitata “per procura”, la madre arreca un danno volontario al figlio per farlo credere malato e attirare l’attenzione su di sé. Il genitore viene così a godere della stima e dell’affetto delle altre persone perché apparentemente si preoccupa della salute del proprio figlio.
I genitori temono, in maniera sproporzionata e distorta, per lo stato di salute dei loro figli e questo li porta ripetutamente e periodicamente a rivolgersi al pediatra o al pronto soccorso per essere rassicurati.
Consiste nella somministrazione al bambino di sostanze chimiche e farmacologiche, nella convinzione delirante che ne abbia bisogno e/o per ottenere il ricovero ospedaliero.
Ogni attività sessuale tra un minore e un adulto che svolge funzione parentale (genitori o parenti). In genere gli abusi sessuali si protraggono nel tempo e i familiari sono spesso conniventi.
Rappresenta la forma più frequente di abuso sessuale.
Abusi commessi sul minore da persone esterne al nucleo familiare, conosciute o meno dal bambino.
Forma di abuso sessuale emergente ai danni dei minori, quale prostituzione minorile, turismo sessuale e produzione di materiale pedo-pornografico.
N.B. Una “carezza”, un “tocco”, “un gesto”, un “contatto” inappropriato, “comportamenti ambigui”, frasi e discorsi a sfondo sessuale, rivolti ai bambini e agli adolescenti, rappresentano espressioni di molestie.
Si verifica quando i bambini sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori (Comm. Scientif. CISMAI). Rappresenta una forma di maltrattamento tra le più subdole, che può determinare effetti a breve, medio e lungo termine sulla salute del minore, rappresentando uno dei fattori di maggiore rischio per la trasmissione intergenerazionale della violenza.
Riconoscere questa forma di violenza è essenziale per la prognosi (rischio di ricorrenza sia sul minore stesso che su i suoi fratelli) e per la terapia. Inoltre, effettuare precocemente la diagnosi, significa anche interrompere la violenza nei confronti della figura di riferimento che la subisce.
Indica il coinvolgimento di un minorenne in una attività sessuale tramite i servizi offerti dalle nuove tecnologie. L’adescamento è certamente, tra le varie condotte, una delle più frequenti nell’ambito dell’abuso on-line. Le condotte rientranti nell’ambito dell’abuso on-line e dell’adescamento dovrebbero con tempestività essere denunciate alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, reparto specialistico della Polizia di Stato, all’Autorità Giudiziaria o alle Forze dell’Ordine. Inoltre, se si ha sospetto che uno/a studente/ssa sia in contatto in rete con un adulto sconosciuto, è importante denunciare e informare la famiglia perché possa attivarsi per proteggere la vittima.
Adescamento on-line o “grooming”
Per adescamento si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione. Il termine “grooming” deriva dall’inglese “to groom” che significa “prendersi cura” ed è usato nell’ambito dell’etologia in riferimento a un comportamento animale di pulizia reciproca; nell’ambito dell’abuso con “child grooming” o semplicemente “grooming” si intende una tecnica di manipolazione psicologica che un soggetto adulto utilizza in rete per superare le eventuali resistenze di un minore così da ottenere la sua fiducia e abusarne sessualmente. I luoghi virtuali in cui più spesso gli adulti adescano minorenni sono quelli da loro più frequentati: social network, messaggistica istantanea, piattaforme di gioco online, etc..
La condotta è punita dall’art. 609 undecies del codice penale: “Chiunque adesca un minore di anni sedici, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da uno a tre anni”.
I passaggi fondamentali dell’adescamento possono identificarsi:
FONTE
Terre des Hommes; CISMAI; Telefono Azzurro